Nell'edificio troviamo le collezioni della famiglie Boncompagni Ludovisi, Matteo, Drago, Altemps e un buon numero di opere egizie. Non sono presenti soltanto sculture, ma anche opere pittoriche. Molte delle sale infatti presentavano degli affreschi meravigliosi del Quattrocento, altri sono più antichi, risalenti probabilmente al periodo romano.
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Rilievo templare |
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Sfinge acefala |
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Statua di torello Api |
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Osiride Chonocrator |
Nelle successive sale si incontrano le statue rappresentanti i maggiori Dei romani, come Afrodite, e gli eroi mitologici come Eracle.
Una statua che ci ha impressionato per la sua espressività e la cura dei dettagli, è stata quella dell'Ares.
Ares, figlio di Zeus ed Era, è qui rappresentato in questa copia romana, la cui originale greca risale al 320 a .c, forse di Lisippo o Scopa. La statua fa parte della collezione Ludovisi per questo viene detto Ares Ludovisi. L'opera è stata restaurata dal Bernini nel 1622 a cui aggiunse il piccolo amorino ai suoi piedi. Il particolare della sua arma è davvero eccezionale, vista da vicino poi!
Proseguendo la visita mi sono imbattuta in un'ampia sala in cui ho trovato una meravigliosa testa colossale di Demetra.
Nella stessa sala di Demetra ho avuto la possibilità di ammirare una delle opere maggiori del palazzo Altemps: il trono Ludovisi. L'opera è in marmo ed è databile circa al 460-450 a.c.
L'opera è del tutto originale in quanto non se ne trova una simile in nessun altra parte, purtroppo però ci è arrivata a noi in modo frammentario e non sappiamo dire quale fosse la sua forma originaria e cosa rappresentasse realmente il rilievo. Nella parte destra laterale, come si vede dall'immagine sotto, troviamo una donna nuda seduta su un cuscino in procinto di suonare un doppio flauto.
Nel lato sinistro c'è un'altra figura femminile seduta su un cuscino ammantata che mette dell'incenso nel bruciaprofumi. Le due figure laterali si pensa rappresentino delle sacerdotesse del culto di Afrodite simboleggiando l'amor sacro e l'amor profano.
Il termine "trono" venne attribuito nel momento in cui l'opera fu ritrovata in via Sardegna. Si pensa fosse stato un trono di una divinità oppure doveva servire come recinto per una statua di culto colossale o ancora una balaustra di una scala e infine fu definita come altare.
Un'altra lettura dell'opera è quella di attribuire la figura del bassorilievo centrale non ad Afrodite ma a Persofene e quindi al suo ritorno sulla terra in primavera ripercorrendo così il ciclo delle stagioni.
Proseguendo nelle ampie sale del palazzo sono giunta in una delle più grandi secondo me, al cui centro si imponeva altissimo e bellissimo il Galata suicida. E' un'opera di straordinaria espressività e di grande movimento. La statua è datata al 220 a.c e ci è giunta a noi grazie a questa copia romana del I secolo a.c.. L'opera è dello scultore pergameno Epìgono che, assieme al Galata morente, doveva trovarsi sulla terrazza del famoso altare di Pergamo.
La statua è soggetta a diverse possibile vedute. Il Galata, soggetto al tipico movimento di avvitamento dell'età ellenistica, ha però un equilibrio sicuro dovuto alle gambe divaricate. Il suo busto e le gambe sono rivolte verso la sua sinistra e la testa rivolta a destra. Con il braccio destro immerge la spada tra le clavicole mentre con la sinistra sorregge il corpo di sua moglie che lentamente si abbandona alla morte.
Sarebbe davvero molto lungo potervi raccontare di tutte le meravigliose opere che si trovano al Palazzo Altemps, però prima di lasciarvi vorrei inserire ancora un paio di foto!!
Nella parte inferiore del museo si incontrano diverse statue rappresentanti Dei ed imperatori e molti busti di filosofi. Uno dei busti che più mi ha colpito è stato quello di Antinoo. Certo non è un Dio, non è stato un imperatore romano e nemmeno un filosofo! E' stato semplicemente l'amante di uno dei più amati imperatori romani: Adriano. Bisogna dire che non aveva proprio dei brutti gusti!
Infine volevo farvi vedere il cortile interno del palazzo e la bellissima loggia dipinta ad affresco del livello superiore. Gli affreschi sono quelli originari e si possono trovare anche nella chiesa dedica a Sant'Anicleto presente sempre nell'edificio Altemps.
Nella parte inferiore del museo si incontrano diverse statue rappresentanti Dei ed imperatori e molti busti di filosofi. Uno dei busti che più mi ha colpito è stato quello di Antinoo. Certo non è un Dio, non è stato un imperatore romano e nemmeno un filosofo! E' stato semplicemente l'amante di uno dei più amati imperatori romani: Adriano. Bisogna dire che non aveva proprio dei brutti gusti!
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Particolare del volto |
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Particolare dell'affresco nel loggiato |
Buone visite a tutti,
Valeria.