Jacques-Louis David nella sua tela “La
morte di Marat” ci dà testimonianza della Rivoluzione Francese.
Marat infatti fu uomo politico e rivoluzionario che riuscì ad
espellere dalla Convenzione, l'assemblea legislativa ed esecutiva che
fu creata durante la Rivoluzione, i girondini nel 1793. Purtroppo la
sua vittoria fu breve ed amara, un mese dopo fu assassinato da
Charlotte Corday. Marat viene rappresentato in una sorta di
santificazione laica poiché martire della Rivoluzione. È sofferente
nella sua malattia della pelle ed ha in mano la lettera portata proprio da chi lo ha appena pugnalato, in cui leggiamo la data 13-07-1793. La cassa in
legno a destra è metafora di una pietra tombale con la relativa
iscrizione.
David fu amico di Marat e fu lui ad
organizzare il suo funerale e sempre lui a scrive nel “Discorso
alla Convezione”: avendo Marat una malattia della pelle, non poteva
essere scoperto davanti al popolo e per questo David pensò che il
modo migliore per mostrarlo fosse quello in cui l'aveva visto
l'ultima volta, ovvero mentre scriveva per il benessere del popolo.
La posa di Marat, la testa reclinata e il braccio pendente
ricordano moltissimo la Pietà di Michelangelo ma anche il
Cristo Deposto del Caravaggio.
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Caravaggio - Deposizione |
David vuole rappresentare il
passaggio dalla vita alla morte usando colori freddi come il bianco e
l'avorio. Lo sfondo, nero, è un recupero caravaggesco così come la
luce, la quale proviene da una fonte invisibile trasformando
l'omicidio in un'icona di una nuova religione. Gli oggetti, quali la
penna, il coltello e il calamaio diventano delle reliquie e alcuni
come il blocco per scrivere, la vasca e la camicia insanguinata
furono esposte durante il funerale. Ad oggi l'opera è conservata a
Bruxelles, nel Musées royaux des Beaux-Arts.
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