La Cappella Brancacci

Per l'occasione del 1° novembre sono partita per Firenze e ho visto tantissime cose! Vorrei potervi raccontare ogni minimo particolare di questa stupenda esperienza ma dovrò limitarmi un pochino! Premetto che è la seconda volta nel giro di due anni che ho visitato la bellissima città toscana, ma stavolta l'ho guardata con occhi diversi. Infatti ad oggi mi trovo a frequentare il secondo anno accademico all'università in Beni Culturali e per un esame sto studiando proprio questo periodo.
La cupola del Brunelleschi vista dal campanile
Per questo post ho scelto di raccontarvi la bellezza, nella sua piccola dimensione, della cappella Brancacci. Questa si trova nella chiesa del Carmine dedicata alla beata Vergine del Carmelo. La chiesa non si trova nel traffico dei tanti turisti che assediano ogni giorno la bella Firenze, ma è spostata verso la "periferia" potremmo dire, nell'omonima Piazza del Carmine. La chiesa che vediamo oggi è frutto di numerosi interventi: la sua fondazione risale al 1268 da parte dei frati giunti a Firenze da Pisa, i lavori vengono terminati solo nel 1475, ma nonostante ciò la facciata rimane incompiuta, infatti ancora oggi si presenta con un grezzo paramento in pietra e laterizio. Negli anni successivi nascono il chiostro, il dormitorio, la sala capitolare, il refettorio e l'infermeria. Nel '500 subirà dei cambiamenti dovuto al Concilio di Trento. Tra il 1597 e il 1612 viene fatta la ristrutturazione del primo chiostro, motivo per cui non ci è giunto sino a noi l'affresco della "Sagra", opera di Masaccio. Nel 1771 un incendio distruggerà gli interni della chiesa ma fortunatamente la cappella Brancacci è una delle poche cose sopravvissute. Nella chiesa è presente inoltre la cappella Corsini, esempio raro del barocco romano a Firenze. Ed è proprio questo stile tardo barocco che caratterizza anche oggi l'aspetto della Chiesa. 
La cappella è piccola nella forma, ma grande nello stile e nel suo significato, celebra infatti la cristianità e la Chiesa. Questa è stata commissionata nel 1423 da Felice Brancacci. Alle Storie di San Pietro lavorano assieme Masolino e Masaccio. Però dal 1427 gli affreschi rimarranno incompiuti in quanto Masolino lascerà i lavori per partire in Ungheria con il Papa e Masaccio andrà a Roma. La cappella verrà poi terminata da Filippino Lippi negli anni 1481-83. Nel corso dei secoli successivi la cappella verrà rimaneggiata e purtroppo molte cose andranno perdute. Con il restauro degli anni '80 del Novecento è stato possibile recuperare la limpida e brillante cromia degli affreschi.

La parete sinistra era affidata a Masaccio la destra a Masolino. Roberto Longhi, importante critico d'arte nel '900 è il primo a fare una distinzione tra i due artisti nella cappella, l'opera è di Masaccio ma c'è la collaborazione di Masolino. 
Masolino nacque nel 1383, il suo nome di battesimo è Tommaso di Cristoforo di Fino. Nel 1423 si iscrive all'Arte degli Speziali. Esordisce come orafo con Ghiberti ed assorbe moltissimo la cultura tardogotica di Gentile da Fabriano, quindi l'elemento cortese, ma rimane comunque un pittore moderno. Muore nel 1440.
L'Adorazione dei Magi 1423 Uffizi, Firenze
Dettaglio dell'Adorazione dei Magi - corteo regale
Tommaso Cassai nacque nel 1401, viene definito Masaccio in quanto si vestiva in modo trasandato. Arriva a Firenze nel 1420 e si scrive all'Arte dei Medici e Speziali nel 1422. Muore nel 1428 e in soli sei anni di attività egli rivoluzionerà completamente la pittura! Inizialmente si è creduto che fossero allievo a maestro ma non è affatto così. 

Sulla parete sinistra della cappella, partendo da sinistra verso destra ci sono le seguenti storie: "La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre" di Masaccio e "Il tributo" di Masaccio nella parte superiore, "San Pietro visitato in carcere da San Paolo" di Filippino Lippi e "La resurrezione del figlio di Teofilo e San Pietro in cattedra" di Masaccio e Filippino Lippi nella parte inferiore.
Nella parte centrale: "La predica di S.Pietro" di Masolino; "Il battesimo dei neofiti" di Masaccio nella parte superiore, "San Pietro risana con l'ombra" e "La distribuzione dei beni e la morte di Anania" nella parte inferiore, entrambi di Masaccio.
Infine, ma non per importanza, nella parete di destra troviamo: "La guarigione dello zoppo e la resurrezione di Tabita" di Masolino e "La tentazione di Adamo ed Eva" nella parte superiore, "La disputa dei Santi Pietro e Paolo con Simon Mago e la crocifissione di San Pietro" e " San Pietro liberato dal carcere" nella parte in basso.

Vorrei analizzare con voi alcune di queste opere, quelle più significative, sia per capire le differenze stilistiche tra questi due artisti sia per conoscere le novità che saranno protagoniste della pittura negli anni successivi. 

Le storie che vengono raccontate nella cappella sono quelle di Pietro ma troviamo due dipinti che esulano dalla vita del santo e trattano dell'origine dell'uomo.

Il peccato originale di Masolino ha uno stile ancora legato al tardogotico, con le figure molto delicate e irreali, sembrano quasi fluttuare nel dipinto stesso in quando il manto d'erba su cui dovrebbero poggiare è del tutto inconsistente, non c'è assolutamente plasticismo. E' una pittura ancora legata al mondo cortese come in Gentile da Fabriano di cui abbiamo parlato poco fa.





La cacciata di Adamo ed Eva, di Masaccio, ha invece tutto un altro stile! Le figure sono plastiche, realistiche ed esprimono una forte drammaticità. Masaccio riuscirà con quest'opera ad andare oltre la pittura che caratterizza questo momento storico, rivoluziona il suo senso più profondo. A lui infatti dobbiamo l'applicazione della prospettiva brunelleschiana in pittura, così come accade in scultura con il magnifico Donatello. Un esempio che vorrei farvi vedere è il S.Giorgio, commissionato per Orsanmichele dall'Arte dei corazzai e spadai nel 1417. L'opera originale non si trova nella nicchia della chiesa ma al Museo del Bargello. La cosa particolare dell'opera è lo spazio in cui il S.Giorgio si trova, sembra muoversi nella nicchia stessa in cui è stato creato, e soprattutto la predella in basso con la scena del santo che libera la principessa, in cui Donatello usa il rilievo stiacciato. Con questa tecnica egli tende a dare maggior risalto alle figure in primo piano e assottiglia progressivamente le forme retrostanti, come gli alberi, il cielo e l'architettura.
S. Giorgio - Donatello
Nel "Tributo" viene rappresentato l'episodio in cui Gesù viene fermato dal gabelliere, al quale era affidato il compito di riscuotere le monete prima di far entrare i fedeli al tempio. Per questo motivo Cristo, al centro dell'affresco, con la mano destra indica a Pietro di recarsi al lago per prendere una moneta che si trovava nella bocca di un pesce. Il gesto della mano di Cristo viene ripetuta da Pietro, a cui fa eco anche quello del gabelliere che è rappresentato di spalle. Sono tre i gesti, semplici, pochi ma significativi e sono tre anche i momenti ambientati nello stesso spazio scenico. La lettura dell'affresco non è paratattica, come si usava nel '300 il cui maggior rappresentante era Giotto, ma va dal centro, a sinistra e infine a destra, un ordine nuovo che ricorda molto quello sperimentato da Brunelleschi nella formella per il battistero di Firenze.
Il sacrificio di Isacco - Brunelleschi 1401
Gli edifici e il paesaggio in fondo sono in prospettiva e il cielo azzurro è attraversato da nubi bianche scorciate anch'esse. Questo paesaggio richiama la predella del S. Giorgio per Orsanmichele. L'elemento della tridimensionalità è data dall'uso della luce, la quale rende scultorei i corpi dei personaggi. L'opera, come già detto, è di Masaccio ma c'è un elemento che si distacca dal suo modo di dipingere: la testa di Cristo. Questa infatti è stata fatta fare, molto probabilmente, all'amico Masolino. Si evidenzia in questo modo il loro profondo legame, il rispetto e l'omaggio da parte di Masaccio.

Con questa cappella i due protagonisti arrivano e superano l'arte classica. Questo si evince soprattutto dalle figure plastiche e ben definite che troviamo nel "Battesimo dei Neofiti" nella parte centrale. Masaccio qui riesce in modo molto realistico a rappresentare l'anatomia umana grazie ai suoi studi sui cadaveri. Il corpo dell'uomo in ginocchio, nudo, tremante per il freddo sarà un modello da cui attingeranno i successori, fino ai manieristi. 

Infine vorrei parlarvi dell'affresco "La resurrezione di Tabita e la guarigione dello storpio". Nella stesso contesto urbano sono rappresentati due episodi della vita di san Pietro che vengono giustapposti fra loro, senza relazioni, da due figure giovani ben vestite che camminano per le strade che fanno da raccordo. Sono figure eleganti che vestono abiti contemporanei. Le figure sono state fatte da Masolino ma le architetture in fondo sono di Masaccio. Vasari sostiene nelle sue Vite che in questo affresco ci sia addirittura un autoritratto di Masaccio! 
Purtroppo il nostro viaggio in questo mondo fantastico, al limite col tardogotico e l'inizio di una nuova pittura termina qui, almeno per oggi!! 
Mi scuso per la qualità delle immagini, non è stato facile considerando che la cappella è piccolina e c'era molta gente! Mi auguro sia stato di vostro piacimento questo post e per adesso, come sempre, vi dico: buone visite a tutti e buona domenica!