L'elegante danza del Bernini: l'Apollo e Dafne

Bernini tra gli anni 1618 e il 1625 realizza diverse opere per il cardinale Scipione Borghese tra cui il Ratto di Proserpina, il David, il busto del committente stesso e l'Apollo e Dafne. Quest'ultimo soggetto è preso dalle Metamorfosi di Ovidio, nello specifico nel I libro, versi 452-567. 
Ancora prega, che un torpore profondo pervade le sue membra, il petto morbido si fascia di fibre sottili, i capelli si allungano in fronde, le braccia in rami; i piedi, così veloci un tempo, s'inchiodano in pigre radici, il volto svanisce in una chioma: solo il suo splendore conserva. (Da Ovidio - Metamorfosi)
Apollo e Dafne è stata fatta tra il 1622-25
e si trova alla Galleria Borghese di Roma
L'opera è sensuale, veloce, danzante. Apollo, accecato dall'amore verso la giovane figlia di Peneo, la rincorre e lei invocando aiuto viene trasformata in un bellissimo albero. Bernini ha avuto la capacità di immortalare l'attimo preciso in cui Dafne si gira terrorizzata verso il Dio mentre le mani e i capelli stanno diventando rami. L'Apollo è sconcertato da questa trasformazione, ma data la velocità della sua corsa, non si è ancora fermato. Trovo quest'opera davvero particolare, davanti ad essa si ha la sensazione di essere partecipi nell'istante della sua metamorfosi. 
E allora il dio: «Se non puoi essere la sposa mia, sarai almeno la mia pianta...». (Da Ovidio - Metamorfosi)

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