La Zattera della Medusa

La Zattera della Medusa di Géricault racconta con grande realismo e drammaticità il naufragio della nave “Medusa” che stava trasportando cittadini e soldati alla colonia del Senegal nel 1816. Ci troviamo nel periodo di passaggio tra il Neoclassicismo e il Romanticismo, caratterizzato non più dalle rappresentazioni politiche ed ideologiche francesi e napoleoniche, bensì dalla raffigurazione della storia, più precisamente della cronaca. L'artista francese non celebra i grandi personaggi politici ma le azioni di anonimi cittadini di eroismo e quotidianità, e con questo dipinto divenne famoso. L'opera fu inizialmente esposta al Salon nel 1819 ma non era ancora terminata, toccherà aspettare il 1820 a Londra per vedere la tela nel suo totale splendore.
La scena scosse profondamente gli animi del tempo, il naufragio costò la vita di ben 135 persone delle 150 che per giorni vissero su questa zattera. I superstiti furono recuperati dalla nave Argus e due di essi raccontarono al mondo l'inadeguatezza dei salvataggi provocando scalpore.
Il sentimento che vuole riprodurre Gèricault è principalmente quello della speranza: i naufraghi sopravvissuti si muovono tra i corpi dei compagni ormai morti e con le ultime forze in corpo tentano disperatamente di farsi notare dalla nave Argus, rappresentata dal puntino bianco in basso a destra, così lontano da esser poco percepibile all'occhio frettoloso. La forza di questo grande sentimento è davvero molto potente, anche se accanto ad esso molti personaggi vengono invece scossi dalla delusione e dalla paura che nessuno mai li verrà a salvare. Il personaggio a sinistra è pensoso, ormai sfiduciato e non si oppone al suo triste destino, alcuni guardano verso l'orizzonte nel punto in cui un loro compagno sta indicando col braccio, altri aiutano un marinaio ad alzarsi su di un barile per farsi notare dalla nave lontana.
La scena è impostata sulle diagonali che partono dal basso della zattera fino ad arrivare al vertice della piramide umana rappresentato dalla camicia agiata dal marinaio, ma allo stesso tempo possiamo notare due forse contrarie: la speranza che fa protendere i personaggi verso destra e il vento che, quasi per sottolineare l'infausto destino spinge la zattera nella direzione opposta allontanandola dalla salvezza. Nonostante le notizie degli studi fatti in obitorio sulle vittime, Géricault rappresenta i sopravvissuti vigorosi come se i quindici giorni di naufragio non avessero intaccato la loro bellezza. Questi avevano infatti bevuto la propria urina e mangiato carne proveniente dai compagni morti, ma il loro corpi sono energici. Questi sono un recupero degli eroi classici come il Galata morente o il Pasquino usato per il vecchio pensoso che regge il compagno morto. 
Con questa tela si ha un ribaltamento della storia, non più gloriosa e trionfante ma piena di disperazione e morte. Alcuni ritennero che Géricault volesse criticare la nuova struttura politico-sociale e considerarono la tela come fosse un'allegoria politica, altri invece elogiarono la sua bravura di rappresentare nei personaggi l'intera nazione francese. La grande tela di “soli” 491 x 716 centimetri si trova al Louvre di Parigi ed è davvero stupenda, spero avrete la possibilità di andarci prossimamente e vedrete che non ve ne pentirete! 

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